Il cuore di un padre, Enrico Buongiovanni – recensione
Il libro di cui vi parlo oggi è un romanzo scritto da un autore emergente e ringrazio lo staff di Recensioni per esordienti, che potete contattare qui e qui, per avermi inviato il pdf di questo libro.
Riccardo è un giovane ragazzo che, per la maggior parte della sua vita, si ritrova a vivere senza una figura paterna al suo fianco. Questa mancanza lo porta ad odiare suo padre e a non perdonarlo nel momento in cui quest’ultimo, pentito per il suo pessimo atteggiamento, decide di tornare a casa per prendersi cura della sua famiglia. Alla fine, però, comprende quanto suo padre sia pentito e quanto egli tenga a lui e decide quindi di perdonarlo.
Prima di leggere questo libro, ho dato un’occhiata a delle recensioni trovate sul web e la maggior parte di queste erano positive; purtroppo mi tocca ammettere che non sono d’accordo con quelle recensioni.
Innanzitutto, ho trovato la narrazione molto lenta; infatti, viene descritto ogni avvenimento, ogni particolare di ogni momento della giornata vissuta da Riccardo, il protagonista, nel minimo dettaglio rendendo il tutto a volte monotono.
Ci sono anche moltissime digressioni, cioè molto spesso l’autore parla di avvenimenti che riguardano altri o che riguardano il passato del protagonista impiegando molte pagine e discostandosi di molto dalla storia principale, tanto che a volte non riuscivo più a ricordare di cosa si stesse parlando prima.
In alcune di queste digressioni sono presenti delle “morali”, se così possono essere chiamate, che però si trovano anche nel resto del libro. Sono morali che trattano vari argomenti, tra cui l’eccessiva importanza attribuita ai giorni nostri al successo, alle persone famose, idolatrate e viste come modelli di vita, ai telefonini, alla tv, ecc… Molte di queste le ho apprezzate e anche condivise, ma dopo un po’ ho trovato fastidiosa la presenza eccessiva di queste riflessioni.
Ho apprezzato comunque la storia in generale e il fatto che nel libro si parlasse anche di amicizia, oltre che del rapporto tra un figlio, suo padre e le mancanze dovute all’assenza di quest’ultimo.
Tuttavia, non sono riuscita a immedesimarmi per niente nella storia. Sentivo il protagonista molto distante da me e non perché non ho vissuto la sua stessa esperienza, ma era come se ci fosse un muro tra me e lui che non mi permettesse di entrare al cento per cento in contatto con lui.
Detto ciò, non mi sento di consigliarvi col cuore questo libro. Se siete curiosi o comunque vi attrae lo stesso, leggetelo e fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.
Alcune guerre vengono combattute per potere, per soldi; altre ancora per fini religiosi, per la dominazione di un modello statale su un altro, ma la democrazia è greca, la scrittura è latina, i numeri arabi, molte delle auto che vedo sono giapponesi, il caffè che beviamo ogni giorno è brasiliano, gli orologi più in voga sono svizzeri, la pizza è italiana e le nostre vacanze sempre più spesso sono tunisine, marocchine o turche, mentre la religione italiana è di origine ebraiche; in base a tutti questi punti trovo la guerra una cosa senza il minimo senso.
Voto finale: 5,5
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